Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAil canale Cavetta una di queste compagnie di specialisti ungheresi aveva occupato l'argine di Boro Cavallino e si apprestava a compiervi opere difensive e di resistenza e già una mitragliatrice piazzata in una casa incominciava ad essere assai molesta ai nostri reparti schierati sull'opposta sponda. Data la posizione, la faccenda non poteva essere spicciata che per via di mare. Ne fu commesso l'incarico ad una piccola unità che si intitola a Sauro, e-quipaggiata da uomini che hanno già fatto parlare di sè. Poco dopo il tramonto la nave imboccava risoluta la ca-naletta e mitragliava a breve distanza tutte le casette sorgenti lungo l'argine trasformantesi già in veri fortilizi nemici. E poiché gli austriaci, sorpresi dalla violenza del cannoneggiamento, abbandonavano presipitosamente i loro ricoveri, il Sauro mise in azione le sue mitragliatrici e li rincorse lungo i canneti, menandone strage. Ma occorreva togliere al nemico la possibilità di tornarvi. Parve quindi opportuno al comandante del Sauro di distruggere completamente il pericoloso abitato, tanto più che in una di quelle case, tradita da enormi e visibili fasci di filo, gli austriaci avevano ,?ià impiantato una stazione telegrafica e telefonica.
u Ammainato il piccolo battello, fu inviato con materiale incendiario un sottufficiale e due marinai ad appiccarvi il fuoco e i tre temerari si avviarono verso le posizioni nemiche, fidando nelle tenebre e nelle protezioni delle artiglierie di bordo. La loro missione non è stata infruttuosa. Le casé sono state regolarmente incendiate e alcune trincee in formazione, distrutte, dopo aver asportato tutto il materiale rinvenuto. Ma mentre si procedeva alla demolizione della stazione telegrafica, ripreso animo, alcuni austriaci nascosti tra i canneti, li hanno attaccati. Affatto preoccupati della enorme superiorità numerica, i tre marinai hanno accettato la lotta a corpo a corpo che loro si offriva, uccidendone alcuni; gli altri volgendo in fuga e tornando a bordo solo a missione compiuta. Questi episodi quasi quotidiani, mentre rivelano lo spirito di combattività audace dei nostri marinai, indicano al nemico l'inutilità dei suoi tentativi per affacciarsi da quella parte all'agognata laguna di Vene-
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