Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA RESISTENZA SUPREMAai propri campi. I danni provocati dal bombardamento sono stati insignificanti ».
Intensa, brillante e feconda di mirabili risultati fu fa partecipazione dell'arma aerea alla grande battaglia del Piave.
Senza interrompere il lavoro che dava al Comando Supremo italiano il sussidio di indicazioni preziose, il Comando superiore di aeronautica si preparava alla battaglia imminente con un'opera di riordinamento e di distribuzione dei mezzi aerei a disposizione diretta del Comando e delle singole Armate. Inquadrate le varie specialità del servizio aereo, provveduto alla possibilità di immediati spostamenti da un settore all'altro per dare elasticità alle azioni da compiere dove si fossero rese necessarie, l'aviazione italiana si presentava a sostenere dal cielo l'urto nemico.
Una « massa di caccia » venne riunita sotto un solo comando, costituita dalle squadriglie che già si trovavano a disposizione diretta del Comando di aeronautica e da altre provvisoriamente tolte alle varie Armate. Questa « massa di caccia » da sguinzagliare nelle fulminee azioni, in combattimenti, in servizi di scorta, in appoggio alle fanterie, aveva 120 apparecchi da caccia dipendenti dall'unico comando. A questo gruppo speciale vanno aggiunti i cacciatori che ogni Armata aveva poi singolarmente a propria disposizione per la caccia libera sul rispettivo tratto di fronte.
I nostri aviatori da caccia, lanciatisi con irrompente spirito aggressivo fino dalle prime ore della battaglia fecero pesare duramente la loro decisa superiorità sull'aviazione nemica, e nonostante la molteplicità e la gravezza dei loro servizi in quei giorni di lotta. 107 apparecchi nemici e 7 « drakens » caddero sotto i colpi delle loro mitragliatrici nel periodo che va dal 15 al 25 giugno.
1 « caccia » nostri ebbero emuli splendidissimi negli aviatori da ricognizione. Di aiuto alle artiglierie, ai comandi, alle fanterie, intrepidi contro avversità atmosferiche ed accanimento di ostacoli nemici, gli aviatori da ricognizione — nei momenti più critici della lotta, du-
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