Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA\
Il bollettino del Comando Supremo recava in data 11 ottobre :
« Sull'Altipiano di Asiago nelle prime ore di stamane reparti nostri, britannici e francesi eseguirono sette vigorosi colpi di mano, penetrarono profondamente nelle linee avversarie a Canove, ad Ave, al Sisemol, sulla destra di Val Frenzela, al Sasso Rosso e sul fondo della Val di Brenta. Il nemico, riavutosi dalla sorpresa, reagì aprendo un violento fuoco di artiglieria e lanciando innanzi i suoi rincalzi, ma non riuscì ad impedire il completo svolgimento e il pieno successo dell'azione, che gli inflisse perdite gravissime.
Sono stati finora accertati più di 400 prigionieri, fra i quali un comandante di battaglione e sette altri ufficiali; vennero pure catturate numerose mitragliatrici.
Sulla rimanente fronte vivaci azioni di molestia delle nostre artiglierie; le batterie nemiche furono saltuariamente più attive lungo il Piave, dal Montello al mare ».
Un commento mandato dalla fronte diceva :
« È bene dire che questi colpi di mano sono stati e non dovevano essere che veri e propri colpi di mano e nulla più; rispondenti esclusivamente all'intento di sconvolgere le difese nemiche, infliggere al nemico le maggiori perdite possibili e portargli via qualche buon blocco di prigionieri da spulciare a scopo informativo.
« Ciascuna di queste piccole azioni, dirette contro i punti più importanti e sensibili delle posizioni nemiche, era agganciata all'altra pur senza avere con essa collegamenti tattici, in modo tuttavia da prestarsi un reciproco sostegno, e questo spiega l'estensione della fronte da esse interessato. Certo il nemico, sorpreso da questo attacco contemporaneo su sette punti della sua fronte, dalla Val d'Assa alla Val Brenta, durante una notte di vera bufera, deve avere pensato che si trattasse di un vero e proprio attacco in istile. Tanto che la sua reazione non si è limitata al tiro violentissimo di tutte le sue artiglierie, ma ha lanciato avanti anche il soccorso di forti rincalzi, ad altro non riuscendo che ad aumentare il numero delle sue perdite. Non ci sarebbe neppure da meravigliarsi che il bollettino austriaco annunciasse che gli
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