Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EP.ILOGO
« Siamo a oltre 100 Km. — continuava l'Alessi — dalle trincee da cui il primo balzo leonino è partito e ancora incontriamo cannoni, cariaggi, ospedali da campo, depositi di munizioni, baracche e magazzini sovraccarichi di materiale di ogni genere che accrescono il bottino a dismisura. Nelle zone di maggiore penetrazione anche le ultime maglie della resistenza avversaria si allontanano. Le retroguardie non fanno più in tempo a proteggere 1 opera del genio nelle interruzioni stradali, perchè precedute dalle colonne volanti al comando del conte di Torino, che scorrazzano padrone assolute di tutte le strade della pianura tra la Livenza ed il Tagliamen-to. Le cariche si succedono alle cariche da un paese all'altro in mezzo a turbini di mitraglia. Gli abitanti sprezzano ogni pericolo, ascoltano solo la voce dell'amore prorompente che li porta a manifestare in faccia agli ultimi nemici in ritirata i segni della loro felicità ».
Ed ecco ora un comunicato ufficiale, che in data 4 novembre, descriveva le ultime operazioni nel Trentino :
« La fulminea avanzata della Prima Armata su Trento ha coronato d'un pieno successo la nuova manovra iniziata nel pomeriggio del 2 novembre. E' già stato rilevato come il nemico spezzato in due nella pianura tendesse ad una resistenza ad oltranza sui monti per nura tendese ad una resistenza ad oltranza sui monti per avere il tempo e il modo di sottrarre alla catastrofe la maggior quantità possibile di uomini, di cannoni, di materiale. Il crollo della sua fronte del Grappa dovuto prima alla mirabile tenacia con la quale la 4a armata lo ha logorato in una lotta cruenta, poi all'impeto col quale fu sferrato l'attacco travolgente del 31 ottobre, fu inizio della rovina dei suoi progetti. La Sesta Armata passando innanzi alla sua volta cogliendo le truppe nemiche nella crisi del ripiegamento determinato sugli altipiani dal crollo della fronte del Grappa, precipitò ancora più il disastro. Erano centinaia di migliaia di uomini, migliaia di cannoni, interminabili colonne di carreggi che avrebbero dovuto scendere rapidamente dai monti, incanalarsi nelle valli, defluire verso nord per la vasta rete
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