Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAstradale del Trentino. Ma come la puntata dell'ottava Armata su Vittorio aveva separato le forze austriache della pianura da quelle della fronte montana tagliando nel tempo stesso l'ultima linea di ritirata dall'alto Piave, così la celere avanzata delle truppe della IVa Armata in Val Sugana troncava al nemico le arterie che per Grigne e per Borge potevano consentirgli di ritirarsi dagli altipiani verso Bolzano e verso la Pusteria e lo costringevano a riversarsi nella sola via della valle Lagarina. Per evitare inutile perdita di sangue in combattimenti * di retroguardie che avrebbero potuto essere asprissimi per la facoltà di difesa consentita dalle gole montane e per impedire al nemico di sottrarre la maggior parte delle sue truppe e dei suoi materiali alla cattura e di diminuire l'entità della sua sconfitta conservando una potenzialità per il raggiungimento della pace generale, venne ordinata alla Prima Armata la marcia su Trento lungo la Val Lagarina. Trento è il centro delle comunicazioni del Trentino meridionale colle pianure venete.
Occupare Trento significa tagliare al nemico tutte le retrovie della sua fronte, dal Brenta al Garda, minacciare anche quelle dei settori ad occidente del lago. 11 valoroso 24.° corpo d'Armata assolse magnificamente il sUo compito di completare la catastrofe strategica dell'esercito austro-ungarico con la occupazione di Trento.
« Le truppe italiane sono entrate in Trento alle 15,15 del tre novembre. Erano cavalleggeri del reggimento Alessandria (14.°), arditi del 24° reparto d'assalto, alpini del 4° gruppo (battaglione Monte Paviope e Monte Arvenise Feltre) e artiglieri del 10° gruppo da montagna, fra il delirante entusiasmo delle popolazioni, innanzi ad una turba immensa di soldati austriaci sorpresi nella città; il tricolore italiano veniva subito issato sul castello del Buon Consiglio, antica dimora dei vescovi principi di Trento, consacrato al martirio di una lunga schiera di patriotti, dalla fucilazione degli insorti del 48, alla impiccagione di Cesare Battisti e Filzi. Non è possibile valutare esattamente il numero dei nemici che scendono a torme dai monti e che vengono catturati agli sbocchi delle valli. Nella zona di Valle Lagarina vennero
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