Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EP.ILOGOcare un segno della nuova redenzione con la bocca tremante e gli occhi evanescenti.
« Ho visto uomini e donne gettarsi in ginocchio a mani giunte, adorando, dinanzi ai soldati fatti rozzi ed irsuti dalla lunga guerra ma commossi come fanciulli, vergognosi quasi di non aver saputo prima, che tanto amore era in fondo alle loro fatiche.
« I malati a letto avevano mandato i parenti ad offrire un fiore ai soldati.
« Tutti i fiori furono tolti ai giardini e gittati sul grigio-verde.
« Trieste è intatta nella sua bellezza Italica.
« Tutte le luci furono accese.
« Splendeva nella notte la città come un faro di civiltà latina che illuminasse il mondo mentre ancora infuriava la tempesta scatenata dai barbari.
« Dietro i monti ora passano gli avanzi dell'esercito austriaco sconfitto.
« Qualcuno dei barbari fuggiaschi avrà forse intravisto il bagliore solenne e avrà ripreso il cammino disperatamente.
« Così l'Umanità si rinnova nel nome di un'idea materna che condanna al dolore senza conforto la brutale forza senza anima d'amore.
« Italia, Italia, volgi ora all'Adriatico la tua bella speranza come alla fonte di vita più energica.
« Il golfo di 'Trieste ampio e gagliardo è un alveo di vita gigantesca incominciata dai suoi figli oppressi.
« Dovunque i segni della fede, del lavoro, della tenacità, dovunque gli arnesi per la conquista civile industriale.
« Tu devi condurre a fine l'opera Adriatica tua.
« Noi che entrammo in Trieste abbiamo gridato unanimi : chi non rinasce deve scomparire!
« Italia, Italia redentrice e redenta, la veglia al passato è finita.
« È finita la notte di Roma ».
Intanto, il 4 novembre, le Regie Navi « Filiberto » e « Saint Bon » accompagnate da siluranti sbarcavano dei reparti a Fiume.
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