Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAriale di un potente organismo offensivo, gigantesca molla pronta a scattare non appena fosse Scoccata la sua ora.
Requisito essenziale di questa preparazione, attuata mediante la più diligente organizzazione tecnica unita alla più sollecita cura del benessere spirituale e fisico del soldato, doveva essere la conquista dell'ascendente morale sull'avversario, in modo da dominarlo, imporgli la coscienza della nostra superiorità; e ciò si ottenne mediante azioni parziali, colpi di mano, svolti senza tregua su tutta la fronte, col risultato costante di ringagliardire
10 spirito delle nostre truppe e di deprimere quello delle truppe nemiche.
Parallelamente, il Comando Supremo studiava come si potessero creare le condizioni favorevoli per dar sviluppo, non appena la situazione lo rendesse possibile, alla desiderata azione a fondo con carattere decisivo. Il suo concetto, di risolvere la guerra battendo l'Austria, era fondato sul principio di concentrare gli sforzi contro
11 nemico più debole. Ma, se dei due principali avversari dell'Intesa, l'Austria poteva in tesi relativa considerarsi come il meno forte, il suo esercito si presentava tuttavia, in principio della primavera del 1918, in piena efficienza numerica, appoggiato a posizioni solidissime per natura e per arte, e sopratutto ben saldo, come rimase fino all'ultimo, nella sua compagine morale, negli armamenti e nelle riserve. Attaccare il nemico a fondo per met terlo fuori causa, non era dunque ancora possibile; se non mediante un ulteriore concorso di forze e di artiglierie alleate, che ci assicurasse la superiorità materiale necessaria al duplice scopo di poter spingere l'azione fino in fondo e di non rimanere ad azione compiuta, con forze logore, su posizioni non preparate, esposti ad un potente ritorno offensivo che l'Austria potesse tentare con rinforzi germanici : ipotesi questa ben probabile, tenuto conto delle forze tedesche disponibili sulla fronte occidentale e della possibile rapidità del loro trasferimento dall'uno all'altro scacchiere, rapidità quasi doppia di quella possibile per gli alleati.
E poiché, per esigenze in più vasto campo, su di un ulteriore concorso alleato non era possibile contare
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