Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOmico si trovò immediatamente, nel giorno stesso, attanagliato da cento centrattacchi, preso alla gola, costretto a retrocedere, a ripassare in disordine il Piave. L'effetto di questa nostra poderosa reazione fu tale, che i rapporti austriaci ufficiali affermarono essersi l'attacco incontrato con l'offensiva italiana in corso di sviluppo. Il nemico che si era ritenuto certo di invadere la pianura veneta, che aveva tutto preparato per predarne le belle città e per giungere al Po, a Milano, retrocedette sconfìtto, disfatto, senza speranza di rivincita. Così ebbero principio sul Piave le nuove sorti della guerra del mondo.
Al principio di luglio le condizioni del nemico ricacciato e demoralizzato erano tali che la guerra sarebbe stata probabilmente decisa se, dalla difesa vittoriosa, avessimo potuto passare immediatamente alla offesa. Il Comando Supremo considerò questa possibilità. Ma lo sforzo sostenuto, se era valso ad infliggere al nemico perdite valutate ad oltre 200.000 uomini, aveva però imposto anche a noi un logoramento notevole. Il Comando Supremo aveva fatto il più accorto ed economico impiego delle riserve, così da disporre, a battaglia finita, ancora di sei divisioni non impiegate; ma, di queste, la czeco-slovacca non era ancora pienamente organizzata, e due italiane erano giunte da altri settori, appena ritirate dalla linea, e perciò non riposate. Inoltre, i mezzi logistici, già scarsi, che grazie ai miracoli di oculatezza e di previdenza eran bastati ad alimentare la difesa ed a consentire il difficile e delicatissimo giuoco di riserve che ci aveva dato la vittoria, avevano però subito un forte logoramento ed anche per questo erano insufficienti per altre nuove operazioni di vasto raggio. E nemmeno'di mezzi di alcun genere potevamo attendere concorso dagli alleati che avevano ingentissime forze da fronteggiare. Non si potè quindi sfruttare con un'immediata offensiva il successo conseguito dalla battaglia difensiva; il programma d azione, pur sempre aggressivo, si limitò ad operazioni locali per riprendere, come fu fatto, i pochi tratti di terreno che nella zona montana erano rimasti al nemico; riuscimmo però anche in una brillante
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