Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAavanzata in un terreno tenacemente difeso ed irto di insidie, a liberare la zona tra Sile e Piave nuovo.
Per l'attuazione di un più vasto disegno operativo diretto a preparare la risoluzione della guerra, bisognava dunque addivenire ad una nuova preparazione di uomini e di mezzi. E. questa fu intrapresa senza indugio. Il rifacimento delle unità logore era già stato iniziato mentre ancora durava il ripiegamento nemico oltre Piave. Per riordinare ed accrescere i mezzi logistici, ripristinare il munizionamento, aumentare al massimo i mezzi di offesa, fu fatto appello a tutte le energie dell'Esercito e del Paese, che corrisposero mirabilmente, in una nobile gara di sforzi per il raggiungimento dello scopo supremo. Frattanto alla nostra vittoria del Piave seguiva la brillante controffensiva francese di metà luglio; sulla Marna, come già sul Piave si apriva una nuova fase della lotta; crollavano per la Germania le ultime speranze di vittoria sulla fronte occidentale.
La situazione che nasceva da questi avvenimenti era piena di promesse, ma grave di incognite specialmente per la fronte italiana. 11 rivolgimento prodottosi nelle sorti della guerra ne faceva sperare ravvicinata la soluzione; ma per raggiungerla, occorreva prepararsi saldamente ed a fondo, colpire a tempo e giusto, evitare ogni mossa falsa, che, in quel momento, in cui l'equilibrio delle opposte forze appariva raggiunto, e prossimo ad essere da noi superato, avrebbe potuto compromettere e chissà per quanto tempo il risultato finale.
Complesso e delicatissimo fu pertanto il compito da assolvere.
Battuto sul Piave e sulla Marna, perduta la speranza di ottenere sulla fronte occidentale quella rapida decisione che gli era necessaria, poteva ora il nemico tentare un ultimo sforzo concentrando tutti i suoi mezzi contro quello degli eserciti dell'Intesa che era numericamente meno forte, cioè contro di noi.
La possibilità di un rapido concentramento di forze tedesche sulla nostra fronte, favorita dalla rete ferroviaria capace di rendimento quasi doppio di quella congiungente gli scacchieri occidentali ed italiano, i gravi e
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