Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOdecisivi risultati che potevano derivarne, rendevano questa ipotesi logica, verosimile e pericolosa.
Ad avvalorare quest'ipotesi giungevano informazioni dalle quali risultava che il nemico orientava appunto in tal senso la sua preparazione.
Il Comando Supremo doveva dunque, pur preparandosi ad offendere, non perdere mai di vista la necessità della difesa.
Il programma offensivo considerato in sè, doveva proporsi di portare allo sforzo complessivo degli Alleati il più efficace concorso secondo due diverse soluzioni possibili : attacco a fondo, con tutte le forze, buttando nella bilancia fino all'ultimo uomo nel caso che si delineasse sulle fronti dell'Intesa la possibilità di superare veramente l'equilibrio delle forze e raggiungere di un sol colpo la decisione; oppure attacco di preparazione quale prima fase di uno sforzo più complesso nel caso che il nemico, sebbene già battuto, riuscisse a ristabilire una solida fronte difensiva in tutti gli scacchieri.
Ora, questa situazione delicata, promettente e grave nello stesso tempo, ci coglieva in crisi di complementi. La battaglia del giugno ci era costata circa 90.000 uomini : e con ciò la miglior parte delle nostre riserve di uomini era stata assorbita. La classe del 1900 era in corso di istruzione, ma il Comando Supremo aveva già fermamente deciso di risparmiare questa classe almeno sino alla primavera del 1919 per inviarla nel solo caso che la guerra dovesse prolungarsi per un altro anno; ciò che in quel momento non si poteva escludere.
Rimaneva perciò in fatto di complementi poco più dello stretto necessario per supplire alle normali perdite delle unità mobilitate durante il secondo semestre del 1918. Ciò non sorprende, se si pensa all'enorme sforzo già da noi sopportato, alle nuove unità man mano ricostituite durante i mesi di rifacimento dell'esercito dopo l'ottobre 1917, ali entità dei-nostri contingenti in Albania (circa 100.000 uomini), in Macedonia (35.000), del nostro 2° Corpo di Francia (48.000 uomini) ed alla rimanenza pure in Francia, per lavori sulle retrovie dell'esercito alleato, di circa 70.000 lavoratori militari italia-
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