Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOsforzo decisivo la guerra, lanciando in un supremo impeto tutte le nostre forze in una direzione vitale per 1 avversario, fosse pure a costo delle perdite più gravi, ma in modo da spezzarne la fronte e travolgerlo in una rotta definitiva. In tal caso la preparazione, che sempre si sarebbe effettivamente compiuta sull'altipiano d'Asiago e in regione Pasubio, avrebbe servito con una forza più evidente ad incatenare l'attenzione del nemico e la massa delle sue forze in un settore diverso da quello prescelto, mentre truppe, artiglierie e servizi si sarebbero colla massima celerità concentrati nel nuovo settore d'attacco realizzando così un essenziale fattore del successo, la sorpresa.
E, frattanto, truppe e comandi si venivano febbrilmente addestrando e preparando, per essere pronti a passare al momento voluto, dalla guerra di trincea alla guerra di movimento. Mentre, attraverso le più gravi difficoltà si predisponeva felicemente l'attuazione dei provvedimenti logistici più complessi affinchè nessuna imprevista esigenza potesse coglierci impreparati, le unità erano alacremente allenate a lunghe marcie, al passaggio di corsi d'acqua, al diverso impiego delle artiglierie ed a tutti gli sforzi della guerra manovrata. Preparazione questa che risultò grandemente facilitata dalla scioltezza conferita alla compagine organica dell'esercito durante i mesi del suo riordinamento, dalla inscindibilità strettamente osservata dall'unità divisione e dalla possibilità di periodici cambi della divisione in linea, ottenuta grazie al razionale schieramento adottato.
Ma, durante l'intero mese di agosto, la situazione militare generale, sebbene in continuo miglioramento, non si delineò in guisa da presentare e far prevedere prossimo un mutamento decisivo, quale era indispensabile perchè l'Italia potesse finalmente giuocare tutto per tutto. Proseguirono dunque senza interruzioni i preparativi per l'attacco sull altipiano di Asiago e sul Pasubio.
Anche per questa operazione, che, sebbene di raggio relativamente limitato, impegnava tuttavia metà dell'Esercito, occorreva però assicurarsi di tutte le probabilità di successo con la più scrupolosa preparazione e
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