Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdella Priula a Ponte di Piave. Nelle retrovie nemiche erano disponibili 10 divisioni e mezza di riserva, fatte avvicinare alla fronte in previsione del nostro attacco, di cui qualche itidizio era, all'ultimo, inevitabilmente pervenuto al nemico, e facilmente spostabili dall'uno all'altro settore grazie alla via d'arroccamento Trento-Feltre-Belluno. Complessivamente il Comando austroungarico poteva opporre direttamente e immediatamente alla nostra offensiva una massa di 33 divisioni e mezza, senza indebolire alcun se ttore della fronte e conservando nei settori non attaccati un complesso di 30 e mezza divisioni.
      Divisioni eccellenti, in prevalenza costituite di elementi tedeschi o magiari, guarnivano i capisaldi, i pilastri della fronte d'attacco; tali erano la 40.a divisione Honved (Col Caprile) la 42.a Honved (Prassolan), la I3.a Schiitzen e la 17a (Solarolo), la 50a (Spinoncia), la 20a Honved e la 31a (Stretta di Quero), la 41a e la 51a Honved (alture di Susegana), la 29a e la 7a (regione delle Grave), la 64a e la 70a Honved (a nord di Ponte di Piave).
      La sistemazione difensiva nemica era formidabile : a linee successive nella regione del Grappa dov'era favorita anche da posizioni dominanti; a fasce di combattimento secondo il sistema detto « della difesa elastica » lungo il Piave. Tali fasce di combattimento, formate da centri di resistenza disseminati secondo la accidentalità del terreno e in modo da appoggiarsi a vicenda, si raggruppavano in due posizioni successive : la prima, profonda circa due chilometri a partire dalla sponda sinistra del Piave, coperta da trinceramenti avanzati sulla Grave di Papadopoli, aveva il nome di Kaiserstellung (posizione dell'Imperatore); la seconda, situata a circa 3 chilometri più indietro si chiamava Ḳnigstellung (posizione del Re).
      Mitragliatrici, cannoncini da trincea, bombarde in grandissima quantità, costituivano insieme con gli altri mezzi d offesa del fante — il fucile e le bombe a mano — l'armamento e la difesa immediata delle opere nemiche.
      Potenti masse di artiglierie — in totale oltre 2000 — 76 —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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