Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIALa massa destinata a rompere la fronte nemica nella fase iniziale della lotta e a sfruttare il successo venne composta di 22 divisioni di fanteria di prima linea, delle quali due britanniche e una francese; Armate : 4.a tenente generale Giardino; 12a generale Graziani dell'esercito francese; 8.a tenente generale Caviglia; 10.a generale Conte di Cavan dell'esercito britannico; 19 divisioni italiane (15 di fanteria e 4 di cavalleria) e la divisione czeco-slovacca erano tenute in seconda linea quale riserva o potenti masse di manovra; di queste, 6 divisioni costituenti la 9.a Armata (tenente generale Mor-rone) ed il corpo di cavalleria (S. A. il Conte di Torino) erano alle dijette dipendenze del Comando Supremo.
      Conscio della gravità e della grandiosità dello sforzo che stava per richiedere all'esercito, il Comando Supremo, dopo avere atteso con fermezza il momento propizio, si apprestava ormai a lanciare tutte le sue truppe nella lotta, di cui intravvedeva i risultati decisivi per l'Italia e per la causa comune degli Alleati! E la manovra, lungamente meditata, maturata, voluta, doveva, come avvenne, svilupparsi esattamente secondo il disegno prefissato, colpire l'avversario di sorpresa nella direzione più vitale e produrre, senza più rimedio, il crollo dell intera sua fronte.
      Fu deciso che la battaglia si iniziasse all'alba del 24 ottobre con l'attacco della 4.a Armata nella regione del Grappa, da effettuarsi col concorso dell'ala sinistra dellal2.a, e con l'appoggio dell'azione d'artiglieria della 6/ Armata (altopiano d'Asiago). La 6.a Armata aveva anche ricevuto ordine di eseguire, a scopo diversivo, importanti colpi di mano su tutta la propria fronte; mentre lo I0.a Armata avrebbe preso possesso delle Grave di Papadopoli, superando così, con questo atto preliminare, il filone principale della corrente.
      Tra Brenta e Piave il nostro fuoco d'artiglieria s'iniziò alle ore 5 del 24; alle 7.15 le fanterie mossero all'attacco. Una fitta nebbia, trasformatasi poi in pioggia dirotta, venne presto a limitare l'efficacia delle opposte artiglierie, ma non impedì la lotta vicina delle fanterie e
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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