Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOPesaro (239." 240.°). dopo sei ore di lotta accanita, subendo perdite gravi, ma infliggendone maggiori al nemico, si affermarono sul Pertica, catturando i pochi superstiti del presidio, e più di 40 mitragliatrici che difendevano la munitissima Cima.
La brigata Bologna (39.° 40.°) espugnò Monte For-celletta, e si portò sotto la vetta di Col del Cuc prendendo prigionieri e materiali. Fanti della Brigata Lombardia (73.° 74.°) e alpini dei battaglioni « Val Cordevo-le » e « Levanna » rinnovarono assalti su assalti contro le vette nude e tormentate del Solarolo, senza riuscire a conquistarne il possesso. Oltre 1400 prigionieri vennero catturati nella dura giornata. Lotta disperata su tutta la fronte, ma non vana : oltre ad aver perduto posizioni di capitale importanza (Monte Pertica e Monte Forcel-letta) il nemico, profondamente scosso dalla potenza e dalla violenza degli attacchi, sentendo acuirsi il pericolo dello sfondamento verso la conca di Feltre, impegnava nella difesa della regione del Grappa non solo le sue riserve immediate, ma anche quelle che teneva nelle retrovie del Feltrino e del Bellunese. Veniva così a privarsi delle forze che a noi premeva appunto fossero neutralizzate, per impedirne lo spostamento verso la fronte della nostra 8.a Armata.
Nella giornata del 26, la battaglia sul Grappa proseguì serrata, accanita con fluttuazioni continue; 1200 prigionieri vennero catturati. Due delle divisioni di riserva e le artiglierie di una terza rincalzavano la fronte del nemico, il quale aveva così in linea, fra Brenta e Piave, 9 divisioni contro le 7 italiane che assalivano e che proseguivano instancabili la loro durissima azione di logoramento.
Migliorate le condizioni atmosferiche e scemata la violenza della corrente, la sera del 26 s'iniziarono i lavori per gittare i ponti attraverso il Piave : unto sulla fronte della 12.a Armata al Molinetto (Pederobba)r sette sulla fronte dell'8.a, tra Fontana del Buoro (Montello) e gli ex-Ponti della Priula; tre sulla fronte della 10.a Armata alle Grave di Papadopoli. Di questi passaggi, per l'aggiustato tiro dell'artiglieria nemica e per la violenza
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