Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL TRIONFALE EPILOGOlogna e il battaglione alpini «Monte Pelmo ». Il 1.° Gruppo Squadroni del reggimento cavalleggeri di Padova (21.°) che era in piano, lanciato all'inseguimento, sorpassò di notte la vetta del Grappa, e con mirabile marcia per diffìcili mulattiere si slanciò in Val di Seren donde sboccò la mattina del 1 novembre puntando verso Belluno, caricando e disperdendo per via un reggimento bosniaco.
      Sulla destra, le Brigate Aosta (5.° e 6.°) e Udine (95.° e 96.°) gettandosi per la Val Calcino e per la Val Cinespa attraverso il contrafforte dello Spinoncia e di Monte Zoe, bloccarono nelle gole di Schievenin quante forze rimanevano a fronteggiare il I ."Corpo d'Armata (ala sinistra della 12.a Armata).
      Nello stesso giorno 31 la 12.a Armata, proseguendo la sua avanzata oltre la stretta di Quero e la dorsale prealpina, raggiunse la sera il Piave tra Lentiai e Mei.
      L'8.a Armata, compiendo la propria conversione a sinistra, vinta dopo 10 ore di lotta la resistenza avversaria al passo di S. Boldo, scese pur essa al Piave a oriente di Mei, conquistò la stretta di Fadalto, lanciò avanguardie verso Ponte nelle Alpi, occupò con colonne celeri il Pian del Cansiglio.
      Fin dal giorno 29 il Comando Supremo, delineatosi lo sfondamento della fronte nemica, aveva ordinato il passaggio sulla sinistra del Piave del Corpo di Cavalleria (Div. 3a e 4a) assegnando ad esso il compito di prevenire il nemico ai passaggi del Tagliamento da Pinzano al mare, sia per precedervi le colonne avversarie in ntirata, sia per impedire la distruzione dei ponti.
      Il giorno 31 il Corpo di Cavalleria agli ordini di S. A. R. il Conte di Torino, vinte le ostinate resistenze di reparti avversari, si irradiava nella pianura oltre la fronte della 10.a Armata. Già all'alba del 31, pattuglie dei lancieri Vittorio Emanuele (10.°) e Milano (7.°) entravano in Oderzo.
      Contemporaneamente la I ,a Divisione (a diretta dipendenza del Comando dell'8a Armata) sorpreso il nemico presso Fiaschetti, gli impediva di distruggere il ponte sulla Livenza, varcava il fiume e caricava col reg-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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