Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL TRIONFALE EPILOGObosco di Gallio e sulle falde di Monte Rasta e di Monte Interrotto, abbandonando la conca di Asiago che fu subito occupata dalle nostre vigili truppe della 6.a Armata.
      11 30 ottobre, manifestandosi sull'altipiano indizi che il nemico si apprestava ad attuare un ripiegamento più vasto (incendi e scoppi di munizioni nelle retrovie), fu deciso che anche la 6a Armata, sebbene già depauperata di forze a vantaggio dell'azione principale, si lanciasse all'attacco sulla fronte Monte Mosciagh-Stenfie-Portecche.
      L'azione, preparata il mattino del 31 dall'espugnazione delle posizioni nemiche d ala (Melaghetto ali e-strema destra, Cima Tre Pezzi-Fortino Stella-Canove a sinistra), fu proseguita a sera col compito di puntare, in primo tempo," su Levico e Caldonazzo per intercettare la rotabile e la ferrovia di Valsugana, e chiudere così la principale via di scampo alle truppe che cedevano alle nostre Armate 4.a, 12.a e 8.a.
      La percezione esatta del definitivo cedimento dell'intera fronte nemica si era avuta sin dal mattino del giorno 31. Il crollo, già nettamente delineato, dell'intera fronte del Grappa, e l'avanzata dell'8.a Armata verso la convalle bellunese ci aprivano ormai con certezza le vie del Cadore, dell'Agordino, della Val Ci-smon e ci consentivano quindi di attuare la seconda fase del concetto informativo della grande manovra, portando irreparabile minaccia allo schieramento austriaco del Trentino. In breve tutte queste truppe nemiche sarebbero state tagliate fuori senza scampo. L'arretramento, delineatosi il mattino del 31 anche sull'altipiano, fu chiaro segno che il nemico aveva percepito tutta la gravità della situazione e tentava di ripiegare per salvarsi almeno in parte, e che presto perciò il movimento si sarebbe esteso a tutta la fronte sino allo Stelvio. La vittoria era dunque decisiva e bisognava sfruttarla. Bisognava che tutto l'esercito, dallo Stelvio al mare, avanzasse come una poderosa valanga per travolgere ovunque il nemico, puntando colle maggiori
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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