Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL TRIONFALE EPILOGOLa 7.a Armata, entrata nella lotta nel pomeriggio del 2 con una violentissima azione d'artiglieria dallo Stelvio al Garda, aveva iniziato la notte sul 3 la scalata di Monte Pari, per scavalcarlo e scendere di là nella conca di Riva a dar la mano all'ala sinistra della 1 .a Armata che vi puntava dall'Altissimo.
      Nella giornata del 3, infranti gli sbarramenti di Val Chiese e del Tonale, dove i presidi sorpresi vennero catturati al completo, con le armi alla mano, vinta anche l'accanita resistenza allo Stelvio, le truppe della 7.a Armata traboccarono nella Val Giudicaria, in Val Vermiglio, e in Val Trafoi; scesero in Val di Sarca e a Riva, raggiunta attraverso il lago di Garda da riparti della R. Marina. Con celerissima avanzata, dalla Val Vermiglio, alpini in autocarri, cavalleggeri ed artiglieri montati, superando fatiche sovrumane e gravi ostacoli di terreno oltrepassarono Male, sbarrarono a Dimaro lo sbocco della strada della Madonna di Campiglio alle truppe nemiche in ritirata dalle Giudicane, procurando così la cattura dell'intero comando del XX Corpo d'Armata e della 49.a Divisione al completo di truppe e servizi, raggiunsero Cles e il colle della Mendola a 15 km. da Bolzano. Una colonna scesa dallo Stelvio in Val Venosta, vi intercettò le comunicazioni tra l'alto Adige e il Tirolo per la porta Rezia (Passo di Reschén).
      Altre avanguardie, lanciate innanzi dalle Giudicane con mezzi celerissimi, raggiunsero la mattina del 4 Mezzolombardo, branca sinistra della grande morsa di manovra che con la destra aveva afferrato Trento; e chiusero così in una ferrea stretta l'esercito nemico del Trentino, al quale veniva tagliata anche la ritirata per Val d'Adige su Merano e su Bolzano.
      Anche nel piano Tavversario, incalzato senza tregua dalle truppe della IO3 e della 3a Armata, batteva in frettolosa ritirata lasciando un grande bottino nelle nostre mani e parecchie migliaia di prigionieri.
      Ormai tutto l'esercito austro-ungarico era in pieno sfacelo, sull'intera fronte dallo Stelvio al mare; le sue colonne erano in fuga, dovunque inseguite, soprawan-zate, bloccate dalle nostre celeri avanguardie.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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