Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOcatturò due colonne nemiche presso Pocenia, entrò in Cerniolo alle 15 caricando al galoppo, collo stendardo in testa, delle retroguardie nemiche.
Una colonna celere che precedeva la 4.a Brigata — ciclisti di cavalleria, bersaglieri ciclisti, automitragliatrici e più tardi due squadroni di Piemonte Reale cavalleria (2°) — vinse successive resistenze, occupò prima delle 15 del 4 novembre Cervignano e Grado.
Così, con ardite cariche, con brillanti raids di guerra, compiendo sforzi notevolissimi (fra cui specialmente le marce delle Divisioni la e 3.a) avanzando dal 29 ottobre al 4 novembre per profondità varianti dai 200 ai 250 km., spesso non ricevendo, per la celerità della marcia, nè viveri nè foraggi, il Corpo di cavalleria assolse brillantemente il suo compito.
• La vittoria decisiva, frutto della lunga preparazione, della tenace volontà e della fede incrollabile da cui erano ispirati Comandi e truppe, fu potuta raggiungere e sfruttata in tutta la sua vasta estensione grazie alla esattezza, alla prontezza ed al vigore con cui i dipendenti Comandi tradussero in atto le direttive e gli ordini del Comando Supremo, alla perfetta armonia ottenuta nel funzionamento di questo come di tutti i Comandi delle grandi unità, alla concordia che animò lo sforzo di tutti, facendone un sicuro strumento di azione vittoriosa.
Una cosa sopra tutto fu chiara, nello svolgimento dell epica letta : che, come i principi fondamentali della guerra sono rimasti immutati attraverso al continuo evolversi e perfezionarsi dei mezzi bellici, così immutato rimane l'elemento fondamentale, il fattore essenziale della lotta, cioè l'uomo.
Il Soldato Italiano ha offerto il più fulgido esempio di quanto possano il suo animo ed il suo braccio, temprati alla durezza dei cimenti, sorretti dall'ardore della sua fede.
La Fanteria Italiana fu, nella suprema battaglia, mirabile per valore ed ardimento. Già nei lunghi mesi di resistenza e di lotta, nella dura vita di lavoro e di fatica trascorsa fra le nevi e le rocce, negli indicibili sacrifici
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