Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
VILA VALUTAZIONE DELLA VITTORIA
Le voci subdole — L'opinione di Repington - Il ragionamento di Barzini — Gli effetti storici — Le parole del generale Caviglia — La manovra napoleonica — La via di Vienna — Il bollettino storico.
Per quanto la giornata di Vittorio Veneto sia apparsa all'opinione di tutti come un trionfo militare senza uguale, non mancarono voci che cercarono di sminuirne il valore, in buona fede o più spesso in mala fede, allegando ad esempio che la vittoria nostra fu ottenuta sopra un nemico già militarmente disfatto per effetto dello sconquasso politico dell'Austria.
Nulla di meno vero. Basterà ricordare che l'autorevole critico inglese, il colonnello Repington, di passaggio alla fronte italiana poco prima della battaglia, dichiarava a degli ufficiali dello Stato Maggiore britannico, che in quel momento l'esercito austriaco poteva considerarsi come uno dei più forti di Europa, se non il più forte.
Perchè si sfaceva 1 Austria, chiedeva Luigi Barzini, se non per il fatto che lo sforzo di tenerci testa superava la resistenza della sua secolare coesione statale? Noi da soli, o quasi, abbiamo impegnato per sedici mesi tutta intera la potenza del secondo impero militare del mondo; noi abbiamo impedito all'avversario gigantesco di svincolarsi colla battaglia di giugno dalla nostra stretta per correre a fianco della Germania a determinare in Francia la conclusione della guerra, che senza la nostra disperata tenacia sarebbe stata inevitabile; noi abbiamo
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