Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmutato di colpo le sorti della guerra quando tutto pareva volgere al peggio. E se l'Austria tenuta ferma, avvinghiata, stremata, soffocata, si fosse sfasciata anche militarmente, la nostra vittoria non sarebbe stata meno degna, meno bella e meritata. Ma non è stato così. Non ammettiamo equivoci.
      Nessuna battaglia fu più accanita, più ardita, più incerta, più diffìcile. Abbiamo trovato l'avversario pronto, munito, deciso, formidabile. Tre quarti dell esercito italiano sono stati impegnati a fondo fra il Brenta e il mare, e per cinque giorni la vittoria è parsa inafferrabile. Chi non ricorda gli attacchi furiosissimi e sanguinosi del 9.° del 18:°, del 23.° reparto d'assalto sul Grappa, ripetuti per intere giornate, i prodigi della brigata « Pesaro » sul Pertica, della Brigata Aosta sul Valderoa? Questo nemico che qualcuno vorrebbe far credere disfatto prima dell'urto, contrattaccava dappertutto, violentemente, contendeva ogni vetta, riprendeva posizioni perdute, e, scacciato di nuovo da esse, tornava ali assalto, sempre, senza soste. L'Asolone, il Pertica, il Solarolo, il Col dell'Orso, son passati per quattro giorni da una mano all'altra. Al quinto giorno di battaglia, il Pertica, coperto di morti, fu ripreso dal nemico, e noi non riuscimmo a rimettervi il piede se non dopo sei ore continue di lotta furibonda. Sul settore montano avevamo logorato sei divisioni avversarie e attirato tutte le riserve nemiche, ma sembravamo fatalmente inchiodati. La bandiera bianca non si alzava allora.
      Sul Piave erano stati occupati alcuni isolotti il primo giorno, ma fino al terzo giorno della battaglia nessun passaggio in forze del fiume era stato tentato. Com'è che le tragiche e grandiose vicende di quei giorni possono essere dimenticate o ignorate da genti lontane, quando alla nostra memoria e alla nostra riconoscenza è sempre presente ogni episodio della battaglia della Marna o della battaglia di Verdun?
      Non possiamo pensare senza un grande fremito di orgoglio — prosegue il Barzini — ai lenti e terribili inizi dell'avanzata trionfale che doveva portare lo sventolìo delle bandiere d'Italia, fino a Innsbruck e fino ad Adsl-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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