Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAriadi di mitraglieri nemici che non cessavano il fuoco e non abbandonavano l'arma, finché non vi cadevano sopra? E la bandiera bianca non si alzava ancora. Non si alzava perchè il Piave era sempre in piena, e noi avevamo avuto per una lunga, atroce giornata, ottantamila uomini isolati dal suo corso torrenziale. Nella notte successiva anche l'VIII corpo, a destra della Vili Armata, passò; tutta la riva orientale era finalmente nostra; la manovra della vittoria si svolgeva ora in pieno, disgregando, sfondando, dilagando in direzioni impreviste, piena di sorprese, irreparabile, travolgente, e cominciava a troncare i nervi vitali della difesa, ai quali giungeva per vie inattese, impetuosamente, prima che il nemico disorientato potesse correre ai ripari, muovere le sue supreme riserve, spostare le sue artiglierie, bloccato da ogni parte. Il Monticano era forzato, Conegliano era preso, la via di Vittorio era aperta, l'avversario era vinto per forza di battaglia nel momento in cui esso- dimostrava la compiacenza di aver resistito c la fiducia di _c-sistere ancora, nel momento in cui vantava il suo successo con tutta la energia delle sue stazioni radiotelegrafiche. Allora la bandiera bianca si alzò. Era arrivata l'ora di ricorrere alle credenziali. Per sei giorni non ha sentito il bisogno di fermarci. Si sentiva ancora forte.
      L'Austria voleva arrivare per trattative politiche all'armistizio, che desiderava non perchè l'esercito più non reggesse, ma al contrario perchè l'esercito reggeva, perchè esso era, come dice il Bauer, l'unica cosa rimasta salda dell'Impero crollante, e premeva al Governo austriaco di poter portare subito intatto all'interno questo strumento possente di dominazione, disciplinato e docile, col quale tutto l'edificio della Monarchia sarebbe stato rinsaldato.
      Noi abbiamo con la nostra vittoria distrutto questo strumento oppressivo. L'indipendenza delle nazionalità dominate dall'Austria nasce effettivamente a Vittorio Veneto. Essa sarebbe forse rimasta incerta o precaria : le nostre armi le hanno dato la certezza assoluta e perenne. La battaglia suprema della guerra italiana — con elude il Barzini — è fra le più grandi non solo per il suo
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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