Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOmeraviglioso svolgimento e per il valore, il sacrifizio e la sapienza che l'hanno portata alla soluzione trionfale, non solo perchè ci ha dato seimila cannoni austriaci e mezzo milione di prigionieri e ci permette di dettare la pace insediati sulle nostre vere frontiere, ma sopra tutto per i suoi effetti storici, per la garanzia di libera vita che offre ai popoli d'Europa, per il bene incommensurabile che il sangue italiano generosamente versato in essa porta a genti lontane, a razze oppresse delle quali abbiamo sul Piave spezzato per sempre le catene.
- La valutazione militare della grande battaglia fu fatta eloquentemente da uno che ne fu tra 1 maggiori artefici : il generale Enrico Caviglia.
In una conferenza tenuta per celebrare la grande vittoria delle nostre armi, egli disse :
« A noi si presentava la possibilità di un'azione decisiva sul saliente che il Piave fa a monte di Nervesa. Sulla direzione della bisettrice gli austriaci non avevano costruito che una sola zona di difesa, larga pochi chilometri. Rotta quella non vi erano più difese. Errore grave in quanto che quella linea di minor resistenza era la linea di maggior rendimento per una nostra azione, perchè ci permetteva di separare le forze austriache della pianura da quelle della montagna e di manovrare poi per aggirarle da ogni parte.
« Era la vera manovra strategica centrale napoleonica.
« Bisognava perciò non attirare l'attenzione degli austriaci su quel punto fino al momento decisivo; non farvi azioni per scopi secondari; non mostrare molta attività con pattuglie, con artiglieria; costruire lavori difensivi estensibili. Intanto si doveva addestrare bene la truppa al passaggio di un fiume con tutti i mezzi, sotto l'arco della traiettoria : così fu fatto sul Brenta.
<( Mentre 1*VIII Armata si preparava così ad una inevitabile offensiva, le notizie della disintegrazione interna dell impero austro-ungarico si andavano precisando, mentre i telegrammi da tutto il teatro di guerra mondiale mostravano che i nemici facevano gli ultimi sforzi. Sulla nostra fronte però, le truppe, nutrite di odio per noi, non
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