Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmostravano segno alcuno di indisciplina o di minor resistenza. I disertori non erano in numero maggiore del solito, nè davano notizie di speciale interesse.
      Il generale Caviglia espose quindi i preparativi e le disposizioni per l'azione :
      « Il concetto dell'attacco doveva essere questo : passare il Piave sul maggior numero possibile di ponti ed avanzare fino ad impadronirsi delle batterie nemiche; attaccare ed occupare, per subito separare le truppe austriache della pianura da quelle della montagna, le colline di San Salvatore e di Conegliano. Se un corpo d'armata non riusciva a gettare i ponti, i corpi d'armata laterali dovevano lanciare subito delle truppe da quella parte per sgombrargli il passaggio; e poi in forze sufficienti marciare sulla strada Cison di Valmarano-Vittorio; impadronirsi delle prealpi bellunesi.
      Si calcolava che il 22 ottobre tutto sarebbe stato a posto se il tempo ci avesse favoriti, il 25 se il tempo fosse stato cattivo.
      « Il 13 ottobre il Comando Supremo modificando al-quando gli ordini precedenti, costituiva due nuove armate, la decima sotto il comando di lord Cavan, composta dal 14 corpo d'armata britannico e dall'1 1 italiano, davanti alla Grave di Papadopoli; la XII Armata sotto il comando del generale francese Graziani, composta di una Divisione francese e due italiane. Per farle posto restringeva alquanto la fronte del 27 corpo d'Armata.
      « La ottava Armata dipendeva da me.
      « Nel mio primitivo ordine d'operazione avevo deciso di non impiegare le Divisioni francesi e britanniche come truppe di rottura, ma fra le truppe di manovra. Dovendo esse entrare in linea, si pensò di vestire di grigio verde le truppe di prima linea perchè il nemico non notasse alcun cambiamento.
      « Alle truppe britanniche e a quelle francesi che con noi hanno valorosamente combattuto, mando il cordiale commosso saluto di compagno d'arme ».
      L'ordine d'operazione del Comando Supremo affidava pure un compito d'attacco alla quarta armata sul Grappa. Si riteneva prima che dovesse essere soltanto
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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