Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOdimostrativo per fissare le truppe austriache che fronteggiavano la quarta armata e specialmente le due Divisioni accampate tra Feltre e Belluno, ma ora appariva che la quarta armata doveva attaccare definitivamente.
« Il Piave fra Pederobba e Nervesa ha una forte inclinazione, la sua velocità media è pure forte; a valle di Nervesa rallenta e prende l'aspetto di fiume. Nelle piene il Piave supera presto, nel primo tratto indicato, la velocità di metri 2,50 oltre la quale, col suo fondo ghiaioso, ' non è possibile gettare dei ponti d'equipaggi perchè le ancore arano il fondo e il ponte si sfascia.
« La sera del 24 doveva aver luogo l'inizio dell'attacco. Tutto era pronto, gli animi, le armi e i materiali, ma le pioggie avevano portato la temuta piena, cosicché ( non fu possibile gettare i ponti e si dovette rimandare l'azione al giorno 26 ».
Il generale Caviglia prosegue esponendo le fasi successive dell'azione, dagli ordinati tentativi di passare il Piave fin dallo stesso giorno 24, al passaggio alle Grave di Papadopoli dell'8.° corpo, iniziato la mattina del 28 con le Brigate Como e Bisagno.
« Intanto il tempo si metteva al bello e il fiume calava. La vittoria sorrideva finalmente alle armi italiane. Nella notte dal 28 al 29 tutti i ponti furono gettati e le nostre truppe passarono dappertutto.
« Gli austriaci resistevano sempre fortemente sul Grappa intorno a Vidor, nella pianura di Sernaglia e nella pianura a sud di Susegana verso il Monticano. Minore resistenza opponeva sulle alture di Conegliano, così che alla sera del 29 la linea del Monticano era già superata alle origini. L'errore austriaco di non avere fortificate le alture di Conegliano e di Vittorio, cosicché la linea di massimo rendimento strategico era anche la linea di minor resistenza, cominciava a delincarsi con la gravità delle sue conseguenze.
« La sera del 29 furono emanati gli ordini perchè per tutte le strade si marciasse su Vittorio e sulla strada Vi-dor-Cison-Vittorio per poi muovere all'attacco delle Prealpi bellunesi e prevenirvi gli austriaci. La mattina del 30 Vittorio era liberato. Il 3! le Prealpi bellunesi
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