Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAzione non sentiva di poter utilmente per gli altri, e dignitosamente per se persistere in conversazioni a cui mancava una base accettabile, e che mi riservavo, prima di prendere una più radicale decisione, di mettermi in comunicazione coi rappresentanti delle Potenze alleate verso cui l'Italia era legata da rapporti speciali.
« Il Signor Presidente manifestò, con molto calore, il suo rincrescimento per tale ipotesi, aggiungendo che avrebbe fatto il possibile per scongiurarla. E mentre all'uopo egli considerava opportuno ed utile che le due Potenze alleate, Francia ed Inghilterra, si fossero adoperate a cercare un mezzo di conciliazione, aggiungeva che, per conto suo, avrebbe fatto riesaminare le questione dai suoi « esperti » (ilarità, commenti) per vedere se e quali ulteriori concessioni potevano farsi alle aspirazioni italiane,
« I giorni successivi furono destinati alla ricerca di tale via di conciliazione dappoiché allora, come sempre, la Delegazione italiana non si era irrigidita in una attitudine di intransigenza cieca e ostinata; a ciò essa era indotta da un alto sentimento di dovere, che le vietava di lasciarsi dominare da considerazioni esclusivamente egoistiche in guisa da trascurare, pur nella sua necessaria difesa dei diritti dell'Italia, altre imperiose necessità dell'ora, quali erano per l'appunto il non ritardare la pace del mondo e l'evitare che la magnifica, salda unione durata quattro anni coi popoli alleati, attraverso rischi e sacrifici inesprimibili, potesse ali ultima ora decisiva essere compromessa anche dalla semplice apparenza di un dissidio.
« La Delegazione italiana era disposta a continuare con grande pazienza nella ricerca di un mezzo conciliativo ed era appunto in via di discutere una tale possibilità, per cui era in diretta relazione col Primo Ministro inglese,allorché le toccava di leggere, già pubblicato nei giornali di Parigi, il messaggio presidenziale che vi è noto. (Commenti animati).
« Parve allora alla Delegazione che questo fatto nuovo fosse di un'enorme gravità, non solo perchè rendeva pubblico un dissenso che per quanto profondo
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