Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
IL TRIONFALE EPILOGOesprimesse il sentimento nazionale quando difendeva l'italianità di Fiume e di altre città adriatiche, italianis-sime anch'esse (applausi nutriti, prolungati da quasi tutti i banchi e da tutte le tribune).
« Era come se ci pigliasse il capriccio di negare il carattere americano ad antiche sedi di patriottismo in quegli Stati Uniti di cui noi confidiamo di poter sempre ricordare, e con grato compiacimento, l'ospitalità data alle operose masse dei nostri lavoratori.
« Nella sua ultima « epistola », il Presidente, tagliata a mezzo l'Istria, dimenticando la definizione di Dante, escluse Fiume e ogni città della Dalmazia e delle isole, essenziali per la nazionale difesa, dal nostro amplesso fraterno e gli balenò la speranza che il popolo italiano non terrà per il Governo nostro, ma per lui____ (approvazioni). Il caso è nuovo e non ha riscontro nelle trattative diplomatiche. Governo e Parlamento, ammirando l'entusiasmo patriottico del nostro popolo, devono moderarlo, non incitarlo. (Benissimo).
« Non è lecito dubitare che la Camera, solidale col Ministero, non dia una risposta, serena quanto vuoisi, ma ferma, imponente e chiara (grida di « Bravo! »).
« Però non basta una dichiarazione di solidarietà che cancelli l'effetto di siffatte asserzioni. In questo grave momento è indispensabile al nostro Governo la piena fiducia, riservando a ore più tranquille ogni eventualità critica, perchè nella tutela dei supremi diritti e degli interessi si sappia, si senta che cordialmente lo sostiene il Parlamento, espressione genuina dell'animo nazionale. (Applausi vivissimi).
« Un duro compito ci è ora assegnato, poiché il plenipotenziario predominante a Parigi ci nega quasi tutto nell'Adriatico e gli altri due alleati, pur affermando di volersi tenere fedeli al patto di Londra, finora non ci consentono Fiume.
« Ora, non conviene dissimularci la dolente situazione. Il Trentino fino al Brennero, l'Istria intera, Trieste, non sono sufficienti al nostro patriottismo e ai nostri legittimi interessi, per quanto si temperino con la prudenza di Stato. Troppo sangue si è sparso, troppe fiorenti
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