Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAvrebbe nondimeno essere dagli Stati circostanti lasciato libero per servire il commercio che naturalmente ed inevitabilmente cerca nel suo porto una entrata ed un'uscita ».
Il Parlamento in queste due storiche sedute e il popolo in una serie di manifestazioni pubbliche diedero forza ai nostri negoziatori nelle loro legittime rivendicazioni.
Ma a nulla valsero queste solenni dichiarazioni della volontà italiana contro la malevolenza straniera. Quando i nostri delegati tornarono a Parigi, trovarono la situazione ancora peggiorata per effetto di deliberazioni prese illegalmente in loro assenza, che miravano ad infirmare sempre più gravemente i nostri diritti.
La lotta continuò a lungo, ma nulla di serio si potè ottenere. La questione adriatica venne fatta oggetto d'una lunga serie di diversi progetti, rimasti tutti senza pratico effetto.
Ad un certo punto avvenne un episodio notevole. In seguito ad incidenti avvenuti a Fiume — e forse artificiosamente provocati — i nostri alleati vollero occupare Fiume, che fino a quel momento per effetto dei patti d'armistizio era presidiata dalle nostre truppe.
Allora Gabriele d'Annunzio, alla testa d'una colonna di volontari, della quale facevano parte anche reparti dell'esercito nostro regolare, occupò Fiume e vi rimase per oltre un anno, esercitandovi col titolo di comandante la suprema autorità.
Questo stato di cose complicò maggiormente le trattative diplomatiche, perchè oltre ai negoziatori presenti alla Conferenza di Parigi entrava in campo una nuova volontà estranea, cui la situazione di fatto conferiva notevole importanza.
Le trattative durarono a lungo e i vari progetti tornarono a succedersi con lo stesso esito negativo.
Intanto urgeva definire la pace con l'Austria, la quale si disinteressava del problema adriatico, rimettendone la soluzione all'Intesa ed agli interessati : Italia e Jugoslavia.
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