Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcurato a Trieste un largo e pieno respiro che le darà modo di compiere in Oriente la missione su cui l'Italia conta : completata l'Istria, non solo con Lussin, ma con Cherso, per sì lungo tempo negataci, e resa così ancora oiù formidabile la posizione di Pola; unita Zar^ all'Italia; ottenuti per i nuclei italiani del resto della Dalmazia privilegi quali nessuno dei recenti trattati europei era giunto a riconoscere per una minoranza etnica; sancita per Fiume un'indipendenza che ne garantirà ad un tempo l'italianità e la prosperità; ingrandito lo Stato di Fiume con una larga zona di territorio che l'unisce all'Italia; poste basi sicure ad un intenso sviluppo dei rapporti economici e di cultura col Regno Serbo-Croato-Sloveno; tutto questo, per dir solo dei vantaggi maggiori, costituirebbe un felice epilogo dopo due anni di ansiose e penose lotte diplomatiche, durante le quali parve spesso che avremmo dovuto finire con l'acconciarci a formule tanto men larghe e sicure. Ma non è solo un epilogo che noi abbiamo voluto : è il cominciamento di una vita nuova, di nuove possibilità che la Patria nostra vede oggi aprirsi innanzi a se. Nel millenario affinamento del suo senso storico, il popolo italiano intuisce quanto più sicura e proficua sia una pace che stabilisca i nostri confini orientali in libero accordo col popolo vicino, popolo giovane e fiero, che non si sarebbe adattato ad una pace e a confini impostigli con la violenza.
      « Fu per questo scopo superiore che a Rapallo volemmo addirittura rovesciare una situazione che una serie di eventi, alcuni fra essi fatali, aveva tanto inasprita. Senza mercanteggiare e senza minacciare, noi facemmo comprendere ai plenipotenziari dello Stato vicino quale era il minimo che la nostra storia e i nostri 500.000 morti ci davano il diritto ed il dovere di chiedere; esaminammo con loro i pericoli, mortali forse per essi, men gravi, ma pur seri per noi, che l'avvenire .riservava ai due popoli, se incapaci di intendersi.
      « Il linguaggio nostro, linguaggio di vincitori, ma non di dominatori, fu compreso; fu compreso dai rappresentanti di quegli eroici serbi, la cui storia è tutta una lotta contro il pericolo che noi additavamo; fu com-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 24. Il trionfale epilogo
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 202

   

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