Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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sua cultura e la scuola o lattratto dall'interesse storico bell'argo mento. Ma gustò e sentì i poeti, e cercò appagamento alle isue tendenze speculative nella lettura di qualche grande filosofo. Se negli ozi, male accetti, che il servizio di guerra gli concedeva, sentiva desiderio di leggere, pensava (a «qualche cosa di romanzesco, ma che si lasci rileggere e che lasci qualche frutto». Nella sua cassetta d'ufficiale, mesta reliquia tornata a casa dopo il sacrificio, si trovarono il Nuovo Testamento, le Pensées di Pascal, i Trciume eines Geistersehers del Kant, gli Scritti scelti del Mazzini nell'edizione Sansoni, i Récits des temps mérovin-giens del Thierry, la Storia del diritto italiano di A. Solmi, il Cortegiano di B. Castiglione annotato dal Cian, Romanticismo del Rovetta e i volumetti vade mecum del Barbèra. Mancava tra questi il Leopardi, il suo poeta. Forse lo aveva portato con sè nella trincea avanzata e lo ebbe sul cuore quando morì,.
Amore di patria e amor di scienza si univano ad animare i suoi studi etnografico-linguistici. In un articolo intorno alla Guida delle Alpi retiche occidentali pubblicata dalla Sezione milanese del Club Alpino Italiano, il principio della difesa dell'italianità mei nomi locali della zona alpina è propugnato
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (19/271)
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