Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      lità mentale, sibbene del suo abito riflessivo, del molteplice pullulai* dei pensieri e di certa inesperienza nel disciplinarli ed esprimerli. Se un'impressione fresca e viva dominava il suo spirito (uno spettacolo di paese, in ispecie di montagna; un viaggio che lo portasse a veder cose nuove ; un fatto o un superiore che avesse urtato il suo senso morale ; il trillare notturno degli usignoli nell'aria primaverile sulle trincee vigilate ; magari l'arrivo d'un pacco di leccornie), allora la penna scorreva rapida, disinvolta, in una disimpacciata spontaneità d'immagini e di osservazioni, fra letizia di sorrisi e di scherzi. Ma quando l'impressione languiva ed egli vi meditava su o si abbandonava al fluttuare dei sentimenti e dei ricordi, allora venivano fuori i periodi-serpenti, a lunga scadenza, pieni di incisi. Era lo sforzo di stringere j procedimenti analitici di uno spirito più logico che fantastico, in mia forma sintetica, nella quale si specchiasse la coerenza dell'interno travaglio ; forma per questo sincera, anche se talvolta non scevra da tracce di letteratura.
      Come vari gli aspetti stilistici delle sue lettere, cosi erano diversi e quasi contra-dittorì gli atteggiamenti della sua anima. Nonostante la maturità dell'ingegno e la


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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