Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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reggimento per Nave in Val Sabbia. Era la guerra; quella guerra che egli aveva invocato con tutto il cuore per mille ragioni, ma principalmente perchè «nella guerra si « soffre, e si uccide, e si è uccisi ; perchè «di mia scuola di coraggio, di sacrificio, di «costanza hanno bisogno dopo molta pace «gli uomini e le nazioni, e l'Italia ne aveva «molto bisogno»(. Belle e forti parole, che l'austero sentimento del dovere strappava alla mite anima di Ferruccio ! E per quella guerra egli si trovava soldato, a pochi chilometri dal confine, con in vista quelle montagne che avrebbe varcato per andar a fare le fucilate sul serio. Gli pareva un sogno. Ma i giorni e le settimane passavano senza che giungesse 1' ordine d' avanzare ; ben altro che quella vita da campo d'istruzione. egli aveva augurato a Sè e al suo reggimento. In sulle prime ne riconosceva la ragionevolezza e i vantaggi per l'allenamento dei soldati ; ma intanto giungevano le notizie delle prime vittoriose avanzate in territorio nemico, e l'invidia per quelli che vi partecipavano e il timore di non arrivare in tempo, eccitavano la sua impazienza, rendendogli sempre più odiosa ed esasperante l'aspettativa. Nel disagio, nella fatica, nel pericolo, nel sacrificio di quella ch'egli diceva la guerra calda, stava l'adempimento
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (26/271)
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