Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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«re, e mi ci aiuta un progredire delia, guarigione, che mi ha ormai fatto uscire a «passeggio, che fa fermare dinanzi a me «ad occhi sbarrati la gente a dire: C'è pur «la fortuna per qualcheduno al mondo! «Vedi la mia fortuna! Quando c'è la sa-«lute, c'è tutto, diremo d'ora in avanti, o «anzi addirittura: quando c'è la vita, c'è « tutto ».
Contro ogni previsione, la guarigione fu meravigliosamente rapida e piena. Si sarebbe detto che una invitta forza morale vi cooperasse, rinvigorendo le inesauribili risorse fisiche della gioventù. Ferruccio aveva avuto tre mesi di licenza; ma già al principio del terzo, il 9 novembre, raggiunse il suo reggimento al Tonale; e fu per lui, innamorato della montagna, una gioia indicibile il far marce e salite fra la neve, senza che «lo sconquasso di Nave» gii togliesse nessuna possibilità o gli procurasse nessun fastidio. Dopo una quindicina di giorni il reggimento fu trasferito nelle Giudicarie, in terra di fresco redenta. Ferruccio è tutto commosso di calcare suolo dei confini allargati della patria; il paesaggio, nella serenità di mi inverno quasi primaverile, compie la sua letizia, e uno spirito di amorevole simpatia si diffonde nelle lettere in cui descrive, talvolta non
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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