Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      gionamenti l'affetto grande e pieno di squisite attenzioni che Ferruccio aveva per i suoi genitori, ai quali, pur sapendoli decisi a non deprecargli nessun cimento cui potesse esser chiamato per la patria, e pur non rifuggendo da presaghi accenni generici all'evento cui avesse a sacrarlo il dovere superiore che in sè assorbe e risolve ogni altro dovere, voleva risparmiate le ansie che da particolari notizie loro potessero derivare. Ma in quei silenzi e in quei ragionamenti entrava per gran parte la persuasione incrollabile che vera vita di guerra non fosse se non l'affrontare il ferro e il fuoco ; persuasione onde si avviva quel perpetuo malcontento di se che ho notato come disposizione caratteristica del suo spirito e che gli faceva deplorare, anche nella sua opera d'uflìciale, la mancanza di volontà, l'accidia, l'indecisione, la timidezza.
      Eppure quante vittorie non aveva riportato quella sua denigrata volontà, sorretta dal fervore dell'amor patrio, su certe naturali qualità del suo temperamento ! A lui, così timido che a taluno che non Io conosceva potè parere superbo, così povero di forza d'adattamento che ogni nuova conoscenza gli riusciva gravq, l'abituarsi alla vita promiscua della caserma deve essere costato un più duro sacrificio che l'affron-
      SaLvioni. Lettere dalla guerra. h


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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Ferruccio Lvioni