Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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tunata combinazione potè essere di conforto alla madre nell'accorrere a Nave presso Ferruccio ridotto in fin di vita, e rimase co' suoi cari nei giorni della trepidazione più angosciosa, fu in quell'occasione mirabile d'amore, di serenità, di esperta sollecitudine, come fratello e come figliuolo, mirabile in quella semplice e schietta tenerezza per cui, giovane, ventenne, serbava ancora tutta l'affettuosità del bambino buono. Quando fu il tempo delle licenze invernali, i due fratelli cercarono di ottenerle contemporanee:, sì che potessero trovarsi insieme nella loro casa e scambiarsi racconti, impressioni, giudizi, confidenze, e goder piena la gioia dei loro genitori e ia loro propria. Ma non venne loro fatto. Morirono senza essersi potuti rivedere.
Enrico aveva lasciati gli studi del Politecnico per arrotarsi allievo ufficiale, il primo gennaio del 1915. Nel luglio fu nominato sottotenente e avendo chiesto d'essere mandato al fronte, fu assegnato al 91.° reggimento Fanteria. Lo raggiunse a mezzo agosto nell'alto Comelico. Ivi si trovò subito a partecipare a fatti d'arme, e nel novembre, passato frattanto il reggimento nella sezione del Cordevole, moveva coi suoi alla presa del Col di Lana dalla parte di Livinallungo.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (34/271)
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