Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      che aveva condotto il suo Enrico e stava per condur lui ai sacrificio. «Che ci rimane «ora, diceva, fuor che piangere e, se po-«tessimo, abbracciarci? Quanto a conso-«lazioni. nessuno di noi può aggiungere «argomenti a quelli dell'altro, e questi argomenti, che sono tutta la vita del (mio spi-«rito, me li avete insegnati voi: è hi orlo in «guerra, per la Patria!... Appena potrò mi «sfogherò a lungo e solleverò, come in «ogni sfogo, più me che non farò contenti «voi; voi intanto pazientate e scrivetemi «ogni giorno di lui e ditemi tutto, quello « che di lui venite a sapere. Pensate \come «mi è preziosa questa compagnia, questo «appagamento del ricordo qui in trincea: «qui dove questi vostri tesori, che mi giun-«gono la sera, mi rimangono vergini in ta-«sca per tutta la notte priva di lumi.... ,0 « cari, finisco dove vorrei cominciare, o «cari, me ne rimango col cuore pieno, col-«la lingua incatenata. Ma mi sfogherò, vi «dico, e voi sfogatevi con me a 'consolare «non dico il mio dolore (chè insomma l'a-«more d'Italia è il sangue della mia vita, «e la morte per quella troppo istintivamen-«te considero fortuna), ma la mia solitu-«dine. Sono senza il solo amico che aveva. «Mi rimanete voi soltanto.»
      Furono le ultime parole scritte da Fer-


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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