Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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ruccio ; due giorni dopo anche lui cadeva. E siano epilogo di questo proemio, esse che la duplice sventura della famiglia amica sublimano nell'amore e nell'eroismo.x)
Vittorio Rossi.
l) Il fugace accendo del prof. Rossi alla morte di Ferruccio è meglio chiarito dai documenti del volume In Memoria, soprattutto da lettere del valoroso e lacrimato cap. Gualtiero Castellini. Risulta da essi che Ferraccio, trovandosi in servizio d'avamposti durante l'assai buia notte del 29 maggio, si spinse arditamente in avanti, lasciandosi sorprendere da una pattuglia nemica appiattata in agguato tra l'erbe altissime. Nella colluttazione che ne seguì cadde o morto o ferito a morte. Se preso ancor vivo, la sua cattività è stata in ogni modo di pochi istanti, poiché alle trincee austriache d'Oslavia giunse che già era spirato. Le relazioni nostre pongono la fazione nelle ultime ore della giornata del 29 ; l'annuncio austriaco, muto intorno all'ora, dice però caduto (notisi la parola!) il Ferruccio in quello stesso giorno. Le versioni non si contraddicon dunque, e anzi, la nemica è ben integrata dalle nostre.
Non parrà poi inopportuno che qui si soggiunga la notizia della promozione a tenente d'ambedue i fratelli. Quel destino che li volle morti in quasi identiche circostanze, quasi nella stessa ora notturna e per poco non nello stesso giorno, provvide anche ad associarli nel decreto di nomina, decorrente per l'uno e l'altro dal 6 maggio 1916, non che nella irrevocabile ignoranza del decreto stesso.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (38/271)
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