Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      esempio la prima sera, quella di ieri, era tanto res nullius che la maniera pių opportuna di passar la notte č stato di venire a dormir nel mio Ietto di casa: con questo di dolce perō che proprio il primo giorno nel quale la sveglia torna (ritorno dolcissimo) a sonare alle cinque, io viceversa, per essere in tempo a posto, mi debbo alzare alle quattro. Ora attendiamo specialmente l'aiuto del Cielo. Perchč se c'č finora poco da dire, molto c'č in queste condizioni da augurare a uno, di cui le doti pių abbondevoli non sono nč la disinvoltura, nč il talento pratico, nč Yimpprium.l) Il mio battaglione dovrebbe tornare dal campo il giorno 5. Poi si vocifera che tutto il reggimento si abbia da muovere per altre esercitazioni, che dovrebbero essere, in sostanza, larvata mobilitazione. Ma son sempre voci.... — Dio in ogni modo assista l'Italia, confonda e sperda i poltroni, e ci mandi in guerra! — Che debbo dirvi ora di pių? Rileggiamo la vostra lettera.
      Intanto vedo che son ricaduto nella scrittura minuta e fitta. A poco a poco riuscirō a correggermene per amore della mamma e per mio vantaggio. Per ora, paga della mia buona in-
      A questo passo nel quale Ferruccio mostra tra altro di dubitare della sua attitudine al comando, vai la pena di contrapporre la lett. II di Enrico, da cui spira tanta fiducia appunto nella propria virtų imperatoria.


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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