Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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tenzione, s'acconci essa, se mai, a farsi dire e dare dal papà, e non leggere, i saluti, i baci figliali che a lei e a lui manda il loroFerruccio.
III.
Nave, 24 maggio '15.
Carissimi, giunto ottimamente, dopo tre ore di ferrovia e tre di marcia, verso le dieci e mezzo; coricatomi, dopo aver messo a posto i soldati e mangiato, bene lontano di casa, alla una e mezzo. — Stamattina la gioia di metter la testa fuor della finestra, sulla vista l'aria il sole di montagna. Ma chi di noi del resto non deve fare uno sforzo per rammentarsi (non dico rappresentarsi, chè non ci si riesce) che siamo qui non in villeggiatura, non per una delle solite manovre, ma per la guerra; che quelle montagne che vediamo le varcheremo per andare a fare le fucilate sul serio? Pare un sogno, uno di quei sogni che si fanno di cose non viste. È giunta ora la notizia della dichiarazione di guerra. Evviva! Non rimarremo più a lungo qui in questi ozi. — Saluti daFerruccio.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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