Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      IV.
      Nave, 26 maggio '15.
      Cari, a pensare che siamo in guerra (nientemeno che nella grande guerra europea! e noi a una cinquantina di chilometri dal confine), io mi domando se qualche volta con uno sforzo di pensiero mi rammento di questo caso straordinario, mi domando se non sono un qualcuno scappato a godere la pace in qualche angolo neutrale. Qui di agitazione guerresca non è la minima traccia, qui noi ci godiamo la più onesta pace campagnola, che la bellezza del luogo, la purità dell'aria, la comodità dell'alloggiamento, e a me anche il gusto che vedo prendere i soldati a* questa vita rendono in tutto una gioiosa villeggiatura. E incredibile! Di guerra si parla solo per il lontano timore di vederla portata di contrabbando da qualche velivolo. Tutto questo mi fa, potete immaginare, un gran dispetto, ma riconosco che, se la fortuna ce ne porge l'agio, sono vera,-mente dono della fortuna questi alcuni giorni in cui possiamo allenare un po' i nostri guerrieri (e farci anche prender gusto) alle marce di montagna. Poi si avanzi, e Dio benedica l'Italia! Ho tirato fuori dalla cassetta il mio fido sacco, il compagno delle mie corse in


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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Dio Italia