Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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col nostro vivere qui a Nave. Il quale è puramente e semplicemente la vita di un solito «campo di istruzione» con alcune ore di utile lavoro al mattino e molte di gradito riposo ai pomeriggio. La ragione me la rende meno dispettosa per il fatto che quell'utile lavoro impiegato in qualche marcia in montagna rappresenta un poco di allenamento serio, del quale le nostre reclute hanno un sacrosanto bisogno, se debbono poter fare il loro dovere al momento buono. Ma certo, essere in guerra, essere nella grande «guerra europea», essere a quaranta chilometri dal confine, sentire anche dei primi combattimenti.... e menar la vita che noi meniamo è umiliante. Affretto la fine per la partenza del latore. In queste condizioni una visita vostra sarebbe agevole e gradita. Vi rammento e confermo soltanto che sono a Nave a una diecina di chilometri da Brescia (luogo di montagna neanche straordinario, ma già di montagna e tanto basta). . .
. . . E tanti saluti pacifici dal vostroFerruccio.
VI.
Nave, 10 giugno '15.
Cari, lasciate che mi occupi prima di tutto della stupefacente poscritta. La parola «trasloco», la parola «letta», il tono di certezza
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Nave Nave Brescia
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