Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      tante volte, che voi avete veduta (montagna il mattino, riposo il pomeriggio), vita che sarebbe invidiabile, pagata com'è ancora undici lire al giorno, se la montagna non fosse questa montagnetta, che diventa di giorno in giorno più noiosa, ma se sopra tutto questa pace in tempo di guerra, per un reggimento mobilitato, non lontano dal confine, per me, non fosse oramai una irrisione mortificante e esasperante. — In questa vita mi godo come gioie della vita le solite gioie della villeggiatura: il giornale quotidiano, le vostre lettere, i vostripacchetti,..........
      le vostre visite. L'altro giorno col papà ho passato a Brescia ore lietissime: che sarebbero state anche più piacevoli se non si fossero ridotte a due ritagli di giornata, e uno di giornata domenicale, l'altro preso tutto da una sciacquatura e da un po' di pasto e pressati tutt'e due, se non fossero state dal principio alla fine un bagno di sudore, se ci fossi stata tu. — Ma la prossima volta tu ci sarai, avremo un'aura più clemente, avremo per noi tempo più lungo e riposato. Sarebbe questa domenica la prossima volta? Se il papà è a casa, perchè no? Ma la domenica ci deve entrare e ci deve essere unito il pomeriggio del sabato. Al sabato non troppo più tardi di mezzogiorno, perchè di tempo utile vada sciupato il meno possibile, compare quassù il papà e mi annunzia


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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Brescia