Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      che tu ci aspetti a Brescia; io chiedo un permesso: secondo ogni verisimiglianza l'ottengo: e l'ottengo fino al pomeriggio della domenica: e noi a Brescia passiamo insieme una giornata felice. Ripeto, se questa lettera vi arriva in tempo, perchè non sarebbe subito la prossima domenica? Ma forse il papà non sarà ancora libero, o, più probabilmente ancora, sarà libero, ma non 'tanto presto da poter senza danno far seguire viaggio a viaggio, strapazzo a strapazzo, non tanto presto da poter mettere in opera il mio piano. Che sarebbe invece da seguire, perchè la visita non avrebbe da ridursi a scampoli di tempo; e perchè io, quando a una cert'ora non avessi notizia di voi, forse penserei a qualche altra giterella per godermi la libertà domenicale. — E, cara mammina, quando pensiamo alla campagna? Cara, se non per te, per noi: sappiamo che nulla ti opprime più del caldo, e questo caldo, ogni volta che ci poniam mente, opprime noi per te, ti vediamo languire e disfarti. Non per te, mamma cara, ma per noi pensa, ti preghiamo, alla partenza, pensaci subito. Il papà mi dice che ora ti trattiene il pensiero dell'Enrico, che può venire a Milano: ma se la cosa si trascina in lungo, vuoi protrarre anche tu la partenza all'infinito? Vuoi serbarti a lui sfinita, prepararti disfatta a me, quando tornerò glorioso e trionfante dalla guerra ! E come vuoi, in ogni modo.


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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