Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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petto come io tengo le tue. Potremmo non vederci più. Vado all'attacco. Vado alla mensa degli ufficiali. E ho in corpo una vera fame di guerra. Perciò lascio anche te, mamma cara. .
Il tuo Ferruccio.
Vili.
Nave, 25 giugno '15.
Cari, vi confermo la mia ultima lettera per riguardo alla vostra visita. Se dovessi in tempo utile aver notizia di un permesso per Brescia, ve ne farò aver notizia all'Albergo Igea: in modo da risparmiarvi se è possibile la noia di Nave. E speriamo di poterci godere nel miglior modo quest'ultima volta che possiamo stare assieme: avrete letto infatti le disposizioni che vanno in vigore il 1.° luglio. E felice io, se dovessi non più potervi rivedere, per allontanarmi verso la guerra; ma ogni giorno ho nuovi argomenti (e non sono già il solo prolungarsi della permanenza e il dispetto che ne ho), ogni giorno ho nuovi argomenti per temere che qui io abbia da rimanere, questa vita io abbia da menare sino alla fine della guerra. — Che desolazione, cari, e che rabbia! In che odio m'è venuta questa Nave, che furore di bestia in gabbia mi viene a volte
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (55/271)
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