Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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su, partiva con il suo 1.° battaglione per le Giudicane, a quel che pare: sicché quella lettera della quale dovevo essere messaggero da parte della sua signora, l'ho dovuta spedir io per la posta, e dei dolci si addolciranno i nostri palati, così come insieme la memoria del suo ricordo, e tutto l'animo dell'aspettazione del simposio che gli daremo in contraccambio a «pacie celebratta».2) Del benessere di cui mi riempie sempre la montagna è inutile vi dica; la quale fino a Ponte di Legno è coperta di neve (a Ponte, si è coperta proprio il giorno che io arrivava), ed è di particolare bellezza (alla nostra sinistra si spiega un anfiteatro roccioso, il vallone dell'Oglio Narcanello, di quella bellezza che ha, certo di gran lunga non raggiunta, la Val Bondasca).3) Ho già avuto occasione, questo vi interesserà particolarmente, di far qualche buona salita nella neve oramai alta,
(il padre era in quei giorni assente da casa) a Nave, al letto di Ferruccio agonizzante, e forse, come tutto induceva a credere, già spirato, in quello spedale. E del compito angoscioso si sdebitò da uomo di gran cuore.
1) Vedi la lettera LXIII.
2) Espressione così adoperata, scherzosamente, dal Porta.
3) Val Bondasca, cioè i ghiacciai della Valle di Bondo, nella Bregaglia, celebrati in uno dei più famosi quadri del Segantini. Il Ferruccio ne godeva quotidianamente la vista, nei mesi estivi del 1912, da Soglio, da là dove appunto il Segantini aveva piantato la tenda per eseguire il suo quadro. Vedi pag. 93, nota 3.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (62/271)
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