Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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mi ha dovuto chiamare il «terremoto». — La stessa stilla d'inchiostro che ha posto « Ferruccio» in fondo a una cartolina che a Brescia sarà messa in buca, pone il «cari» in cima a questa lettera. Poiché mi si fa, intravve-dere l'occasione di un recapito non postale: precisamente per mano della Signora del dottore Stelzi, un tenente mèdico che io ho conosciuto qui, ma che, lui, ha conosciuto me a Nave nel dare la prima medicazione al mio prezioso corpo sconquassato. E io, in treno per la Val Camonica, come sono, anche questa epistola preparo perchè anche per questa via la notizia vi arrivi che cambio paese. È la quarta, sapete, questa epistola con la stessa notizia; ma io ve la continuo a ripetere, la notìzia, perchè essa vi giunga di sicuro, e perchè io acquisti fama presso di voi di sollecito informatore e gran scrittore di lettere. — E la notizia è questa, che stanotte ho dormito a Edolo, in letto; che quest'altra notte dormirò a Vo-barno in Val di Chiese; che quella di domani forse a Lodrone. — Considerazioni ? Che almeno intanto siamo in guerra, in quanto dall'oggi non si può prevedere il domani, e che io, il quale l'altro ieri mattina mandavo alla mamma abbondanti meditazioni sull' inverno pacifico del Tonale, alla sera, tornando da una lunga corsa in montagna, sapevo che il giorno dopo alle otto del mattino dalle montagne del
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (75/271)
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