Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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amanti, e fa prova dell'amore che le lega, e di quanto aiuto in essa sia sempre cercato e trovato. Ma qui questo bisogno si ingrandisce, quasi si esaspera per l'impero incontrastato, ininterrotto che è concesso al fluttuare, direi quasi allo stagnare, dei sentimenti e delle fantasie e dei ricordi, dall'ozio e dalla noia delle giornate che meniamo. E dalla parte vostra sta, conosciuto, lo stesso bisogno; perchè, se io non sono per voi quello che voi siete per me, voi.... voi siete appunto tanto più buoni e dolci e amorosi e indulgenti di me, e anche, poi, avermi lontano «per guerra» vi dà diritto a qualche ansia e a qualche curiosità sul mio conto. — Ma appunto quest'ozio noioso mi rida allo scrivere quelle difficoltà, a me stesso quella pigrizia per cui, anche, e specialmente, il bisogno di scrivere suol contare per me tra i bisogni insoddisfatti. Quante volte quella mia ruggine, facendosi sentire nelle difficoltà e nella pigrizia dello scrivere, non solo mi fa vergogna, non solo con vergogna mi dipinge agli altri, ma veramente mi pesa! — Ora, dopo la settimana delle fatiche di Storo siamo venuti avanti alcuni chilometri sulla strada di Condi-no: l'ufficio è lo stesso che là, quale non so; ugualmente lusinghiero per importanza di compiti guerreschi, fervido ugualmente di molteplice operosità: pensate! dopo tutto il resto, nei soli momenti di riposo, un battaglione, in
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (82/271)
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Storo Condi-no
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