Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      no!) e per tenermi ad essi fedele in ogni opera (e quanto spesso può esser difficile!), mentre dovrei essere un uomo di ferro, mi trovo invece ad essere un uomo di stoppa, ad avere una morbosa mancanza di forza di volontà e una più che morbosa, addirittura fantastica deficienza di capacità pratica. Sicché tutto questo non serve a prepararmi prima del giorno del giudizio che fastidio di me, fastidio degli altri, rovelli, rimorsi, e per il giorno del giudizio mancanza di ogni attenuante da ignoranza del dovere, mancanza di opere meritorie per la beatitudine, mancanza di opere di nequizia attiva per la dannazione profonda; e sicura assegnazione agli «sciaurati, che mai non fur vivi». — Ma insomma: divento un sermoneggia-tore, io, quando scrivo, e sembro quasi triste! e non sono invece: ma siccome scrivere mi è frutto di quel lavoro di elucubrazione che voi sapete, così voi sapete di che tono possono essere le mie elucubrazioni! Di nuovo, colpa di tutto, Giolitti: di cui la brigata1) è'condannataScherzosamente Ferraccio attribuiva, anche parlando, i suoi guai e le occupazioni pacifiche cui si stimava condannato in guerra, all'essere la sua la brigata " Cuneo „; e Cuneo, si sa, è la provincia di Giolitti. La qnal brigata Cuneo si rifece però poi eroicamente della inazione cui si vide per qualche tempo condannata, non solo nella riconquista del Podgora e del Grafenberg sulla fine di marzo (vedi lettere XL a LIX), ma e nella conquista di Gorizia, dove ebbe uno dei


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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