Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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a tali utlici, che, senza togliere l'obbligo del bollettino, non danno materia di racconti, ma soltanto agio di fantasticherie e tempo per volumi di epistolario. — Non leggo neanche, sebbene tra me e Mira qualche libro, specialmente di poeti, si metta insieme: ma in queste condizioni, i poeti sono troppo vaporosi.... Sicché non ho neppure un deciso desiderio, ma sì desiderio di qualche cosa.... qualche cosa di un po' romanzesco, direi, ma che si lasci rileggere e che lasci qualche frutto: un drammaturgo, per esempio ? Ma chi ? Quale che presenti anche l'interesse della novità e mi sia accessibile per la lingua ? Hebbel ? Una traduzione di Shakespeare ? Anche un interessante libro di storia mi potrebbe riuscir caro. Anche caro avere accanto, per il caso che si incontrassero talento e costanza di leggerlo, il più elementare dei Kant: Prolegomena zu jeder kunftigen Metaphysik, ecc...., e accanto ad esso quel volumetto sullo stesso Kant del signor v. Aster nella azzurra di quelle due collezioni tedesche. Ma certo la lettura più cara è quella della vostra posta. Vi ringrazio che sia così frequente. Vi ringrazio che sia così interes-
primi posti e dove perirono tanti suoi ufficiali: tra gli amici e conoscenti di Ferruccio, il capitano Locatelli e il tenente Ma-rabelli, della sua stessa compagnia, poi il capitano Pietro Ghi-ringhelli, il tenente Mario Alessandra, ambedue da Milano, ed altri.
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (87/271)
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