Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni
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l'ultimo canto della cartolina: Buon Natale! Il mio sarà buono certo e così aiuti ciò a far buono il vostro.
F.
Un messo c'è: è un soldato che va in licenza. Io metto in carta ancora una poscritta e gli affido tutti i tomi della mia epistola. Ed egli vi recherà una doppia gioia: di farvi sapere e con queste carie provarvi che io vivo, e sano e allegro, e che farò il Natale insomma tra gli agi cittadini di Condino; e poi di farvi sapere e provarvi con la sua presenza a Milano, che per Dio! le licenze ci sono davvero. Vedrete l'Enrico, cari, tra non molto, e udrete dalle sue labbra tante tante cose che ci fanno pieni di interesse e di curiosità. E anch'io un momento o l'altro vedrò voi, e chi sa che anch'io non mi possa trovare con lui, e tutti e due accanto a voi! — Perchè, ripeto, la mia guerra navale assicura anche a me d diritto a questa licenza: la quale, qui, al reggimento, sarà via via concessa a quel numero di ufficiali che volta per volta sarà ad esso richiesto per ciascuna « tradotta » (chiamano così i convogli che per distribuire per l'Italia a poco a poco tutto l'esercito combattente sono disposti a periodi fissi e riserbati ai soldati e agli ufficiali che per gruppi li hanno da capitanar nel viaggio), riprendo, la quftle licenza sarà, da noi, attribuita
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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano 1918
pagine 258 |
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Pagina (98/271)
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