Lettere dalla Guerra di Ferruccio ed Enrico Salvioni

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      tutto l'abitato, specialmente l'abitato, è gradevole e degno e interessante. Già tutti quei villaggi montani che io conosco per speculazioni di belvedere così come conosco il forte di Por (o di tanto di più, di quanto essi, come più onesti e più belli, anche sono più aperti), già tutti questi villaggi montani mostrano il loro gregge raccolto di costruzioni villerecce di un tipo proprio (in me non risveglia altre immagini) e interessante, e con qualche cosa, almen da lontano e pur nella disadorna rozzezza, ma per l'alta mole e la molta pietra, di monumentale. Castello, per esempio, nido piantato sul pendìo del monte, greggia di case strette addossate le une alle altre, anzi tutte congiunte, e tutte alte, e tutte uniformi nel loro rettangolo, e volgenti, piantate come sono sul pendìo, a chi le guardi dal pendìo opposto la faccia più alta, e tutte bianche della calce che lega loro le pietre o, se volete, tutte grige delle pietre che la calce lega ma non intonaca, mi presentava, quando io me lo trovava innanzi, se mettevo il capo fuori del mio baracchino agli avamposti, mi presentava un' immagine strana che a volte m'avrebbe richiamato la figura tradizionale della città orientale, .se non fosse stato sopra tutto per le. aperte altane di legno e il tetto spiovente che in cima corona il cubo bianco-grigio di calce, e a volte proprio specialmente per questa cimasa che compie il


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Lettere dalla Guerra
di Ferruccio ed Enrico Salvioni
Fratelli Treves Editori Milano
1918 pagine 258

   

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Por Castello